Passaparola novembre 2015
Il Pranzo Associativo 2015
Eventi culturali per i rifugiati a Falconara
“Nawal, l’angelo dei profughi” di Daniele Biella
In cerca di nuovi volontari
Il nuovo Bilancio Sociale 2014
La Strada del nostro amico Z.
Il Pranzo Associativo 2015
Ciao a tutti, vi raccontiamo il pranzo associativo di quest’anno, soprattutto per chi non c’è stato. Al pranzo eravamo circa in 90, numero di presenze superiore alle nostre aspettative. Dopo il racconto sulle attività attuali dell’Associazione e sull’operato di Stefano (l’operatore della Tenda), ci siamo messi a tavola a mangiare e chiacchierare tra di noi, serviti e riveriti dai giovani volontari della Tenda.
A metà pranzo il consiglio ha voluto premiare alcuni giovanissimi volontari per testimoniare che l’associazione è in crescita, con ragazzi che svolgono il servizio con impegno e serietà, assumendosi responsabilità e partecipando attivamente in questo importante progetto del territorio. Questi giovani sono: Tommaso e Davide Giacometti, Giovanni Paolozzi, Marta Pucci, Laura Sabbatini, Federica Criscuolo, Alessio Iacoangeli, Valerio Amori e Tommaso Ripanti.
Abbiamo regalato una matita, acquistata al commercio equo-solidale, con dei semi di piantine da coltivare e un biglietto con scritta una frase di Confucio: “Il momento migliore per piantare un albero è venticinque anni fa, il secondo momento migliore è adesso”.
A seguire Diego Cardinali ha letto un racconto scritto da Luciano Miccio, uno dei nostri volontari cosiddetti “silenti” (cioè che lavorano in silenzio quotidianamente per la tenda dalla sua nascita), e che parla dell’ incontro con una persona senza dimora che è stata aiutata e accompagnata nel suo percorso di autonomia. Luciano ricorda questa esperienza come l’ennesima occasione che gli ha permesso di vivere quell’umanità che ogni giorno facciamo fatica a riconoscere e abbiamo bisogno di entrare in Tenda per respirarla.
Eventi culturali per i rifugiati a Falconara
Nell’ambito della rassegna “In autunno piovono libri”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Falconara Marittima, il GUS in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Falconara Marittima e le Associazioni Falcatraz, Anolf, Tenda di Abramo, Agesci (gruppi Falconara 1, Falconara 2, Falconara 3), Freewoman vi invita sabato 7 novembre 2015, alle ore 18.00 alla presentazione del libro “Nawal, l’angelo dei profughi” di Daniele Biella. L’iniziativa sarà anche l’occasione per riflettere sul tema dei rifugiati, per presentare i progetti di accoglienza che il Gus, Anolf e Freewoman stanno realizzando sul territorio e per far raccontare direttamente dai ragazzi ospiti dei progetti accolti a Falconara Marittima le loro esperienze e le loro storie, dalla fuga dai Paesi di provenienza fino all’arrivo in Italia.
“Nawal, l’angelo dei profughi” di Daniele Biella
Nawal è l’angelo dei siriani in fuga dalla guerra. Ventisette anni, di origini marocchine, è arrivata a Catania da piccola: da lì aiuta in modo volontario migliaia di migranti a sopravvivere al viaggio della disperazione nel Mediterraneo e a non cedere al racket degli “scafisti di terra”. Con alle spalle una vita di impegno civico e di solidarietà oggi è un punto di riferimento per gli sfortunati e le loro famiglie.
Daniele Biella, giornalista ed educatore, ci presenta questa “vicenda di solidarietà che nasce da una profonda compassione”.
In cerca di nuovi volontari
Come ogni anno, con la riapertura della casa a settembre, ci sono dei volontari che per motivi personali (soprattutto perché devono spostarsi da Falconara) interrompono il servizio. Pertanto siamo alla ricerca di nuovi volontari in tutti i servizi, a partire dal turno della notte che lo fanno gli uomini e al momento abbiamo diversi turni con un volontario solo. Come sappiamo, basta poco….dalle tre ore ad una notte al mese. E attraverso la somma delle ore di servizio di ciascuno di noi la Tenda continua la sua Accoglienza.
Il nuovo Bilancio Sociale 2014
E’ pronto il nuovo bilancio sociale della Tenda di Abramo riferito all’anno 2014. Grazie ancora a Silvia Margarucci, Matteo Moroni e Diego Cardinali che hanno ideato e realizzato questo importante strumento per l’Associazione.
Di seguito l’introduzione del bilancio:
Carisssimi lettori e lettrici,
quest’anno iniziamo subito con il ringraziare coloro che ancora una volta hanno ideato e realizzato questo bilancio sociale e che sono: Silvia Margarucci, Matteo Moroni e Diego Cardinali.
Dal 2003 la Tenda di Abramo presenta la sua attività attraverso il bilancio sociale, uno strumento importante che permette di fermarci per osservare la strada che è stata percorsa e orientare il cammino futuro, con l’obiettivo di cercare di rispondere sempre più ai bisogni reali del territorio e provare a raggiungere quel benessere sociale e quindi individuale di ognuno di noi, in quanto, come vediamo tutti i giorni, non è mettendo muri e separazione tra noi e l’Altro che la società vive meglio, ma solo attraverso un accoglienza organizzata e coordinata.
La Tenda di Abramo, nel suo piccolo, vuole tentare di essere questo. 260 volontari che ogni giorno si accolgono reciprocamente con il sostegno e la condivisione di compiti e responsabilità.
11.646 persone ospitate dal 1990 ad oggi attraverso un accoglienza fatta di ascolto della persona nella sua globalità e rispetto di regole.
Queste persone ogni giorno ci insegnano ad apprezzare il valore e l’essenzialità della vita, ci dimostrano cosa significa avere il coraggio di vivere oggi, perché come ha detto don Luigi Verdi ad un incontro organizzato dall’Associazione: “il coraggio vero non nasce dalla paura. Il coraggio vero nasce dalla fame”; e tutti noi, facenti parte della cosiddetta società del “benessere”, che ci ingabbia nel sentimento della paura, portando a chiuderci in noi stessi e a creare un sistema sempre più individualista, abbiamo bisogno di risvegliare la voglia di stare insieme, di essere parte, ritrovare il proprio centro nel silenzio e prendere consapevolezza di quello che siamo.
La Tenda oltre al servizio di accoglienza quotidiana cerca di essere uno spazio in cui riscoprire, ritrovare la propria umanità e la propria essenza che a volte si perde o si nasconde dietro a maschere che ci creiamo per difesa, mentre invece “abbiamo bisogno fortemente di sentirci a casa dove c’è qualcuno che ci ascolta, ci guarda, ci perdona e possiamo avere una sola faccia” (don Luigi Verdi).
In fondo non c’è differenza tra noi volontari e gli ospiti che quotidianamente passano in Tenda; i bisogni sono gli stessi, le paure identiche e anche il desiderio di non sentirsi più soli, ma amati e considerati è lo stesso. Questo è un diritto che dovrebbe appartenere a tutti, a prescindere dalla provenienza.
Sono sempre tante le persone che ogni anno bussano alla porta della Tenda; quest’anno sono state: 339. E ogni volta che avviene “l’Incontro” tutti i muri mentali e i pregiudizi che la società ci crea cadono automaticamente. Vi invito a leggere nel bilancio le storie e i percorsi di qualche ospite per rendervi conto che:
– Non si vive affatto per strada per scelta. Dalla strada si diventa dipendenti perché dopo tanti fallimenti e insuccessi vissuti si ha paura di relazionarsi e di intraprendere qualsiasi percorso di vita e si preferisce sopravvivere.
– Ognuna di queste persone ha la sua personale storia fatta di eventi che lo hanno portato a trovarsi in strada: c’è chi fugge dal proprio paese con la speranza di continuare a vivere, chi fugge dalla propria famiglia che non è in grado di dare affetto o chi si ritrova senza casa perché vittima della crisi lavorativa.
– Dietro alla richiesta di un bene materiale c’è molto più il bisogno di essere considerati come delle Persone.
E pertanto……Lunga vita alla Tenda di Abramo!
Erika Manuali e Andrea Pasqualini
La Strada del nostro amico Z.
Ogni tanto qualche buona notizia!
Il Tar del Lazio ha deciso che il nostro amico non è più un caso da protocollo Dublino: significa che, finalmente, può inoltrare richiesta di asilo!
Purtroppo Z. è piuttosto impaziente ed ha molti brutti ricordi legati alla guerra, ed è talmente tanto ansioso di poter fare qualcosa per la sua famiglia che si è sentito male: è stato ricoverato per qualche giorno all’ospedale, ora sta meglio ma la sua condizione è ancora un po’ instabile (anche perché, come tutti, non ama prendere le medicine!). Speriamo, con l’aiuto di una psicologa, di insegnargli ad affrontare meglio i brutti pensieri. Ma c’è una cosa che possiamo dire con sicurezza: resta uno degli ospiti più affabili di Casa Zaccheo e tutti gli vogliono bene!