Lutto nazionale
L’associazione Tenda di Abramo aderisce alla giornata di lutto nazionale indetta per l’immane tragedia avvenuta la mattina del 3 ottobre, quando un barcone di migranti è naufragato a circa mezzo miglio dell’Isola dei Conigli al largo di Lampedusa.
Con l’occasione vogliamo proporvi un piccolo testo, l’ “amaca” di Michele Serra di oggi.
Un flusso ininterrotto di persone povere verso i paesi ricchi, questa è sempre stata l’immigrazione.
Se perfino dopo giornate come quella di ieri molti ne parlano con paura, ira, astio, è anche perché è cambiato fino a snaturarsi, negli anni, il concetto stesso di povertà. Per secoli la povertà è stata una piaga dalla quale guarire, una condanna alla quale ribellarsi.
Oggi, nella società del benessere obbligatorio, è diventata una colpa. I poveri, per il nostro sguardo reso grasso e opaco dalla cessazione della fame, sono colpevoli di povertà. Non è solamente lo spirito del capitalismo ad avere generato questa colossale e molto funzionale mistificazione. È una scorciatoia morale, una comodità psicologica che ci rassicura tutti – mica solo quelli di destra, o i razzisti che ghignano, o i leghisti che latrano – perché se la povertà è un demerito (e non una condizione ingiusta, subita per debolezza e sovente inflitta con la prepotenza) allora i poveri fanno meno pena, e in quei barconi alla deriva, in quegli annegati, oltre a non riconoscere i nostri avi gracili e spaesati come eritrei che fuggivano dall’Italia, neppure riconosciamo la ribellione di nostri simili a una vita grama e infame, dalla quale fuggono esattamente come faremmo noi se fossimo al loro posto.